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Tag: mal di schiena

EFT e mal di schiena: un caso istruttivo

Ciao a tutti,

Larry Stewart, D.C.H., un principiante dell’EFT (circa due mesi), riporta questa esperienza istruttiva con il mal di schiena di sua moglie. I miei commenti seguono il messaggio di Larry.

Abbracci, Gary


Nota importante: Questo articolo è stato scritto prima del 2010 ed è ormai superato. Si prega di utilizzare il mio più recente progresso, Official EFT. È più efficiente, più potente.
Cordiali saluti, Gary Craig

Salve Gary,

Due settimane fa, alle 8 di un sabato mattina, mi sono svegliato sentendo le grida di dolore di mia moglie. Shirley aveva raccolto una pila di riviste e, nel farlo, un nervo della schiena le era rimasto schiacciato (le era già successo prima). Era sdraiata a terra, piangeva dal dolore. Stavo quasi per chiamare un’ambulanza, ma ho deciso di vedere se potevo offrirle un po’ di sollievo immediato dal dolore. Ha valutato il dolore come un forte 10 [su una scala da 1 a 10], e l’intorpidimento delle dita dei piedi un 8 sull’alluce e un 10 sulle dita piccole.

Abbiamo picchiettato, nessun cambiamento. Abbiamo picchiettato di nuovo, forse un po’ di sollievo. Circa 15 rounds di picchiettamenti e il livello del dolore è sceso a 1, a 0 l’intorpidimento dell’alluce e a 2-3 l’intorpidimento delle dita più piccole. Si è riposata e ha continuato a picchiettare ogni poche ore per tutto il fine settimana. Finalmente lunedì l’ho portata dal medico e dal chiropratico.

Per i giorni successivi, ogni volta che compariva il dolore, lei picchiettava. Ha continuato a picchiettare per l’intorpidimento. Oggi – dieci giorni dopo – inizia a potere camminare di nuovo normalmente. Invece prima, il mal di schiena significava giorni a letto seguiti da mesi di dolore e intorpidimento. Sono convinto che l’EFT l’abbia aiutata almeno ad alleviare la tensione neuro-muscolare che accompagna la lesione.

Larry Stewart, D.C.H.

COMMENTO DI GC : Ho parlato con Larry per telefono e gli ho commentato favorevolmente la sua persistenza (ha continuato per 15 round di EFT). Questo a volte fa la differenza tra risultati impressionanti e nessun risultato. Molte persone si arrendono dopo 2 o 3 round di EFT, nonostante i miei ripetuti appelli nel corso di EFT* riguardo alla persistenza. Cercano i “miracoli in un minuto” e rimangono delusi quando non capitano ogni volta.

Larry pensava che l’EFT aiutasse ad “alleviare la tensione neuro-muscolare che accompagna la lesione”. Questa è anche la mia osservazione. Non so se effettivamente ripariamo qualsiasi danno fisico (è possibile che lo facciamo, però) ma ho visto numerosi casi in cui il dolore che sembra emanare da un ovvio danno fisico è sostanzialmente ridotto o eliminato attraverso il tapping. È come se un problema emotivo irrisolto stesse creando nell’area danneggiata una tensione muscolare che, a sua volta, spinge e tira le articolazioni, i legamenti, ecc. Dal momento in cui la tensione emotiva è alleviata, spesso il rilassamento fisico si verifica mentre il cliente esprime sollievo dal dolore.

Abbiamo tantissimi esempi di questo tipo e, su questa linea, ricordo una sessione con una cliente, Cathy. Prima di usare l’EFT, Cathy aveva sofferto per 24 anni di una lesione alla schiena. Aveva provato ogni intervento conosciuto e niente le aveva dato sollievo fino a quando non ha iniziato a fare EFT.

Spesso vale la pena di cercare problemi emotivi specifici che possono contribuire al dolore. A questo scopo chiedo spesso….

“Se ci fosse un contributo emotivo a questo dolore, quale sarebbe?”

Questo mi porta frequentamente a un problema che procura un sollievo sensibile dal dolore. Ecco un esempio.

Tre anni fa Adrienne e io stavamo tenendo un workshop per terapisti. Per metterci alla prova, alcuni terapeuti portarono i loro “clienti difficili” per lavorare con noi – uno dei quali era una signora di mezza età che due anni prima aveva avuto un grave incidente d’auto. Ricordo che mi disse che aveva una placca di metallo nel collo e che il suo braccio destro era assediato da un dolore che era SEMPRE a 9 o 10. Intendo SEMPRE. Non si fermava mai.

Facemmo due round di EFT per il dolore al braccio. Nessun risultato. Allora le chiesi:

“Se ci fosse un contributo emotivo a questo dolore, quale sarebbe?”

Non esitò nemmeno un istante. Iniziò una filippica di rabbia sull’autista dell’auto che l’aveva investita, sull’incompetenza (secondo lei) dei suoi medici, e così via. Non c’era nulla di sottile nella sua rabbia. Il suo viso ha assunto un colorito rosso e le vene spiccavano sul collo. Se fosse stata un vulcano, avrei fatto evacuare la stanza.

Così abbiamo fatto due o tre round di EFT (circa due minuti in totale) sulla rabbia, e lei si è rapidamente calmata. Parlò dell’incidente in termini molto più calmi e…. il dolore al braccio era andato a zero. Inoltre, il suo terapeuta telefonò ad Adrienne due mesi dopo e riferì che il dolore al braccio era rimasto a zero.

L’intensa rabbia si stava apparentemente manifestando come dolore al braccio. Alcuni potrebbero considerare questo legame tra rabbia e dolore al braccio come una semplice coincidenza. Un argomento simile potrebbe reggere se questo tipo di cose accadessero solo in rare occasioni. Tuttavia, lo facciamo ripetutamente con l’EFT. Il nostro sito web è pieno di esempi. Non è una coincidenza.

Questo legame tra disturbi fisici e problemi emotivi è ovvio. In effetti, il legame è così chiaro per l’operatore esperto che in molti casi un cliente può essere aiutato entrando sia dalla porta fisica che da quella emozionale.

È bello poter scegliere.

Scopri il Tutorial di EFT Ufficiale di Gary Craig : clicca qui.

Louella: depressione, pesticidi e basso livello di zucchero nel sangue

Ciao a tutti,

Questo è un caso di depressione di cui sono lieto di essermi occupato. È degno di essere studiato perché mette in evidenza i valori della persistenza così come il ruolo vitale che la nutrizione a volte gioca. Come vedrete, ciò che uno mangia o beve può letteralmente causare la depressione.

Abbracci, Gary


Nota importante : Questo articolo è stato scritto prima del 2010 ed è ormai superato. Si prega di utilizzare il mio più recente progresso, Official EFT. È più efficiente, più potente.
Cordiali saluti, Gary Craig


Louella, 41 anni, ha sofferto di gravi attacchi di depressione dall’età di 9 anni. Quando la vidi per la prima volta, aveva istinti suicidi. Le lacrime arrivavano facilmente e “senza speranza” sembrava essere la sua parola preferita. Dopo alcuni rounds di EFT, le lacrime si sono placate e la depressione è scesa da un 10 a un 6. C’è stato anche un sorriso o due. Ma era tutto quello che potevamo fare. Disse che era esausta (questo si rivelò essere un indizio del suo problema, dato che le sensibilità alle sostanze tendono a indebolire l’energia) e andò a dormire per 4 ore. Di solito dormiva circa 15 ore al giorno, in parte perché era così esausta e in parte perché era una fuga dal mondo.

Quando Louella si è svegliata si sentiva “un po’ meglio”. Vive a 2 ore di distanza e l’ho invitata a usare la camera degli ospiti in modo da poter fare più EFT quel giorno e di nuovo il giorno dopo. Lei accettò e cominciammo ad fare EFT per il suo mal di schiena (che si placò) e la sua asma (che se ne andò e non tornò più, anche se prima richiedeva farmaci quotidiani). Inoltre, applicammo l’EFT a 3 ricordi traumatici che erano chiari candidati come cause profonde della sua depressione. L’EFT li ha gestiti in modo piuttosto ordinario e anch’essi non sono più tornati.

Nel corso delle settimane successive, e anche nei suoi momenti più depressivi, poteva ancora parlare di questi eventi senza lacrime o disturbi emotivi. Lasciò quella prima seduta ad un livello di SUDs [intensità 0-10] di 4 o 5, che lei pensava fosse un grande miglioramento. Io, però, non ero affatto contento, perché mi aspettavo che il tutto si risolvesse. Tale era stata la mia precedente esperienza.

Abbiamo parlato al telefono due giorni dopo e la sua depressione era tornata a pieno regime. I ricordi traumatici e l’asma, tuttavia, non erano più problemi. Tornò ogni settimana per altre 5 sedute di 24 ore e, ad ogni visita, facemmo EFT per altri ricordi traumatici e altri eventi della sua vita (15 o 20 in tutto – ho perso il conto) e TUTTI andarono a zero e non tornarono. Ciononostante, ogni volta arrivava con la sua depressione a un livello di 8-10 e se ne andava con un livello di 4-6. Il tapping era, apparentemente, solo un aiuto temporaneo per il problema principale – la depressione.

Dopo centinaia di casi con l’EFT, posso dire con sicurezza che le mie aspettative di successo sono di solito soddisfatte A MENO CHE non ci sia un’interferenza tossica con il sistema energetico. Una volta che la sensibilità viene localizzata ed eliminata, allora il problema diventa facile da gestire con EFT. Louella, come si è scoperto, aveva una nota sensibilità allo zucchero. Inoltre, aveva alcune tendenze ereditate su questa linea, dato che sua madre e altri parenti erano sensibili a una varietà di cibi e altre sostanze.

Nel caso di Louella, le chiesi di prestare attenzione alle sue emozioni e, quando queste diventavano particolarmente acute, di notare cosa fosse appena successo nel suo mondo. Si era appena cambiata d’abito, aveva usato il sapone o si era lavata i denti? Cosa aveva appena mangiato o bevuto che poteva aver contribuito al suo stato emotivo? Teneva un diario meticoloso di tutto ciò che succedeva a questo proposito, ma non era in grado di identificare nulla. La depressione persisteva. Infine, durante la nostra sesta sessione settimanale, un pomeriggio si sentiva relativamente bene (circa un 4) ma poi mangiò una mela coltivata commercialmente (non biologica). In pochi istanti sperimentò un’ansia estrema (al limite del panico) e la sua depressione era a 10. Divenne molto stanca e andò nella sua stanza e dormì per 4 o 5 ore. Per me, si è comportata come se avesse preso una droga.

Quando si svegliò, si sentiva meglio e passammo la serata a parlare e a fare EFT. Verso le 8 del mattino seguente, la svegliai per scoprire che si sentiva “bene” (circa un 6). Poiché non sapevo con certezza se quella mela fosse il vero colpevole, le chiesi di mangiarne un’altra. Ha accettato con riluttanza e ho preso una mela dalla stessa borsa della mela originale. In pochi minuti era di nuovo ansiosa. Poi si è assopita (drogata?) e ha dormito per altre 4 o 5 ore.

Mentre era evidente che qualcosa in quella mela le dava fastidio, non sapevamo se fosse la mela stessa o qualche pesticida che poteva esserci dentro. Così abbiamo stabilito una “Dieta Detective” (il nome che le ho dato) per determinare quali alimenti potessero contribuire al suo problema. Doveva mangiare SOLO cibi biologici (per eliminare i pesticidi dall’equazione) e poteva mangiare solo un cibo alla volta e doveva aspettare un’ora tra un cibo e l’altro. Poi teneva un diario dei cibi che mangiava e di ogni reazione che aveva ad essi. La bellezza di questa dieta è che isola gli alimenti in modo da poter guardare indietro e notare se c’è qualche legame tra ciò che uno mangia e le sue reazioni emotive.

È interessante notare che nessuno degli alimenti sembrava darle fastidio, tranne il grano integrale. Tendeva a renderla un po’ sonnolenta, ma niente di grave. Tuttavia, dal momento in cui ha iniziato la dieta, la depressione ha cominciato a diminuire e in 24 ore era sparita. Questo accadeva 5 settimane fa. Da allora ha dormito normalmente, ha fatto lunghe escursioni con gli amici, si è divertita a ballare ed è appena tornata da due settimane in Spagna. DA ALLORA NON C’È STATO ALCUN SEGNO DI DEPRESSIONE. È stato uno zero assoluto.

Possiamo sospettare, naturalmente, che i pesticidi siano i colpevoli. Dopo tutto, era l’unica cosa cospicuamente assente dalla sua dieta. Se è così, non sappiamo quali pesticidi siano colpevoli, almeno non ancora. Ma va bene così. Possiamo scoprirli con un simile processo di eliminazione. Tuttavia, a meno che non ci sia un grande bisogno di sapere, perché preoccuparsi? Perché non rimanere sulla dieta pura e smettere di avvelenarsi con pesticidi e altri residui estranei? Abbiamo più lavoro investigativo da fare qui. E’ un caso ancora in corso, col tempo si farà di più. Ma, per ora, Louella è perfettamente felice di mantenere le cose come stanno.

Ora ecco un punto affascinante. COSA ha mangiato Louella potrebbe non essere l’unica cosa che ha causato il suo stato depressivo. Quanto spesso ha mangiato potrebbe anche essere stato importante. La sorella di Louella (che ha l’ipoglicemia, un problema di zucchero nel sangue) le ha prestato un dispositivo per auto-testare i suoi livelli di zucchero nel sangue. Ha testato il suo sangue ripetutamente durante il giorno e ha scoperto che, quando è depressa, il suo livello di zucchero nel sangue spesso si abbassa pericolosamente. Come si è scoperto, Louella era ipoglicemica. Siccome la “Dieta Detective” le faceva mangiare piccole quantità costantemente durante il giorno, la sua glicemia veniva mantenuta a livelli accettabili e quindi i sintomi ipoglicemici (depressione?) venivano tenuti a bada.

Sono un ingegnere di formazione accademica e non pretendo di essere un esperto in medicina o nutrizione. Tuttavia, riconosco l’evidenza scientifica quando la vedo. Per me è chiaro che l’ipoglicemia, i pesticidi o entrambi meritano un giro di “buu” e fischi per quanto riguarda lo stato depressivo di Louella. L’esaurimento che sentiva era coerente con qualcuno che era stato drogato (da pesticidi?) e/o soffriva di ipoglicemia. Con questi due colpevoli fuori dai piedi, la depressione non compare. Tuttavia, è anche un’assurdità scientifica generalizzare da un caso come questo e dire che tutte le depressioni sono dovute ai pesticidi e/o al basso livello di zucchero nel sangue. Ci vogliono molte casistiche per sostenere una tale conclusione.

Come si è scoperto, c’è già il supporto per il legame tra dieta e disturbi emotivi. Il fenomeno è noto da oltre 20 anni e quindi non è affatto nuovo. Louella ha studiato avidamente questo argomento e ha portato alla mia attenzione diversi libri che indicano la dieta (in particolare i pesticidi e il basso livello di zucchero nel sangue) come causa di molti disturbi emotivi (inclusa la schizofrenia). Uno di questi libri, PsychoNutrition, è stato scritto nel 1976 da Carlton Fredericks, Ph.D. Se siete interessati, la copia che ho dà il numero di catalogo della Biblioteca del Congresso come 75-16863, ISBN: 0-448-12000-3.

Dovete anche sapere che Louella è stata sempre avvisata che io non sono un terapeuta né un medico e, laddove lei lo ritenesse necessario, dovrebbe consultare professionisti di questi campi.

Abbracci a tutti, Gary

Follow-up di due anni

Louella mi ha chiamato due anni dopo per dirmi che la sua depressione è rimasta lontana, tranne un paio di brevi occasioni in cui ha avuto “problemi con il fidanzato”. Anche allora, non era veramente depressione. Solo un caso di “depressione temporanea”.

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